02.09.2015

Forti e trincee, la Grande Guerra sbarca al Lido

Il lavoro sarà presentato alla Mostra di Venezia il 9 settembre. Il regista: «Le opere belliche in territorio scaligero sono spesso ingiustamente dimenticate»

Il forte di San Briccio: sarà protagonista alla Mostra del Cinema di Venezia in un documentario del regista Mauro Vittorio Quattrina
Il forte di San Briccio: sarà protagonista alla Mostra del Cinema di Venezia in un documentario del regista Mauro Vittorio Quattrina
Si parlerà anche del forte di San Briccio al Festival del Cinema di Venezia, nel corso della presentazione del documentario di Mauro Vittorio Quattrina sulle fortificazioni del veronese durante la Grande Guerra. L'evento si terrà al Lido il 9 settembre alle 11 con la conferenza stampa di presentazione da parte della Regione del Veneto nell'ambito della prestigiosa manifestazione cinematografica veneziana. Tante le notizie e il materiale inedito che il regista veronese ha raccolto nel corso della sua indagine, quasi un pellegrinaggio nelle fortificazioni veronesi troppo spesso dimenticate nei libri di storia. Il regista Mauro Vittorio Quattrina nel mese di giugno aveva visitato proprio il forte di San Briccio di Lavagno alla ricerca di notizie e immagini da inserire nel documentario di circa 53 minuti, in fase di ultimazione, sulle fortificazioni della Grande Guerra presenti tra il monte Baldo, il lago di Garda, la Valdadige e la Lessinia. Il promo di questo lavoro sbarcherà dunque al Lido.«Quando si parla della Grande Guerra», sostiene il regista, «giustamente si ricordano l'Altipiano di Asiago ed il Piave, ma si dimentica sempre di dire almeno una parola su quanto era stato preparato nel territorio veronese in vista di qualche possibile conflitto con l'Impero Austro-Ungarico».Eppure ci sono disseminate nel nostro territorio grandi opere belliche, come forti, strade, acquedotti, teleferiche, trincee, strutture che cambiarono il destino e in parte anche la morfologia delle sue montagne e colline.Un argomento, quello delle fortificazioni nel Veronese, mai prima affrontato in un documentario professionale. Un tema che Quattrina vive quasi come in un giro videoturistico documentando le fortificazioni che furono costruite, oppure riadattate, in funzione della Prima Guerra Mondiale, ma che rimasero di fatto del tutto inutilizzate perché gli avvenimenti bellici si verificarono altrove. Proprio per questo motivo, almeno in larga parte, esse sono arrivate a noi "intatte".Si tratta di opere di rifugio in grotta come quelle presenti sulla Gardesana orientale, proprio lungo la statale, di grotte e depositi come quelli di Novezzina, artisticamente realizzate dagli scalpellini del posto con materiale locale. Si tratta di alcune trincee e, nella Valdadige, dei forti di costruzione austroungarica di notevole fattura ingegneristica come il quello di Rivoli, ed il cui fronte di fuoco venne praticamente capovolto perché, per l'occasione, il nemico veniva da nord e non più da sud come era al momento della loro realizzazione. In Lessinia, poi, si incontra una serie di fortificazioni come il forte di San Briccio di Lavagno, oggi proprietà del Comune e sotto cura da parte dell'associazione «All'ombra del forte» in vista di una sua restituzione all'uso da parte della popolazione. Con il forte di San Briccio, la sua batteria Monticelli realizzata per controllare l'odierna Strada regionale 11, cosa che la grande fortificazione posta più nord sul colle di San Briccio non poteva realizzare.Con queste due fortificazioni lavagnesi vale la pena di nominare ancora il forte Santa Viola di Azzago, ciò che rimane del forte Castelletto dopo la deflagrazione con 37 vittime del 13 settembre 1943, causata dal saccheggio della struttura militare nel tentativo di recuperare oggetti metallici e i sacchi di tela che contenevano la polvere da sparo utili in famiglia. Un forte che era stato lasciato sguarnito dal presidio militare dopo l'8 settembre del 1943.A queste grandi strutture vanno aggiunte le opere fortificate come, ad esempio, quelle di Malga Pidocchio con relativa caserma.Se, oggi, questo enorme patrimonio storico e architettonico è arrivato a noi in numerose sue strutture ancora visitabili dipende dal fatto che, seppur inseriti in zona allora di confine, in territorio che i militari consideravano "operativo", dopo lo scoppio del forte Verena nel territorio comunale di Roana (Vicenza) a causa di un proiettile nemico che provocò la morte di 40 artiglieri, dal luglio 1915 fu deciso il disarmo di tutte le fortificazione di confine.Fortificazioni, comunque, che rimasero attive e che restarono con funzione di opere di seconda linea di valenza logistica, di collegamento e di deposito come è stato anche per il forte di San Briccio alle dipendenze dell'Arsenale di Verona.Il documentario che Quattrina sta ultimando vuole raccontare eventi molto spesso inediti legati a queste strutture in modo tale che il turista, il visitatore, lo spettatore possa capire quanta storia, a volte anche pregna di sofferenza umana, sia passata dentro e a fianco di queste opere e testimonianze del passato.o
Giuseppe Corrà

Lavagno, al Forte di San Briccio il documentario “Fortificazioni della Grande Guerra

Verrà proiettato domenica 11 ottobre alle 16 al Forte di San Briccio, a Lavagno, il documentario “Fortificazioni della Grande Guerra”, curato dallo storico Mauro Vittorio Quattrina. Un lavoro profondo, in cui sono presenti anche immagini e riprese del Forte di S. Briccio, cge ha partecipato all’ultima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.